Nel suo recente Four Honest Outlaws: Sala, Ray, Marioni, Gordon, Michael Fried esamina le opere di quattro artisti contemporanei: il video artista e fotografo Anri Sala, lo scultore Charles Ray, il pittore Joseph Marioni e il video artista e rielaboratore di film Douglas Gordon. L’autore fa vedere come esse non rinneghino la corrente del modernismo, bensì riprendano e trasformino alcuni suoi elementi chiave, quali “presentificazione” e “antiteatralità” dell’opera d’arte visiva. Chi ritenesse la via modernista chiusa avrà motivo di interrogarsi, se non di ricredersi, leggendo questo libro. Prima del nostro autore, Clement Greenberg invita a riconsiderare il modernismo una possibilità non tanto da storicizzare quanto da ripensare alla luce delle opere dei succitati quattro artisti di riferimento. In Italia è da poco apparsa una miscellanea di scritti di Greenberg: L’avventura del modernismo, a cura di Giuseppe Di Salvatore e Luigi Fassi. (…) Per Greenberg, artisti quali Picasso, Braque, Mondrian, Klee, Matisse, Cézanne rigettano ogni intento contenutistico e si ispirano soprattutto al medium con cui operano. Ciò vuol dire riconoscere che le arti, isolate e definite al loro interno, diventano sempre più “arti” nella modernità. Inoltre, l’autoriflessività riesce meglio nelle arti visive, che raggiungono una purezza maggiore della poesia. Pittura e scultura “appaiono ciò che fanno”.
Le immagini si riferiscono a opere di Charles Ray
Il testo è tratto dall’articolo di Gabriele Guercio, pubblicato da Alias il 24-09-11
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