Letters, il memoir inedito del premio Nobel per la Letteratura Saul Bellow. Eccolo su Libon.it.
«Era un uomo incapace di mettere radici, che cominciava ogni nuova famiglia, come fosse un nuovo libro – teorizza il critico letterario Benjamin Markovitz –, fino a che non è stato troppo stanco e vecchio per ripartire da zero».
Quando l’ editore lo spronò a scrivere la propria autobiografia, Saul Bellow rispose «non ho nulla da dire, a parte il fatto di essere stato insopportabilmente impegnato dal giorno in cui fui circonciso». Cinque anni e mezzo dopo la sua morte, due mesi prima del suo novantesimo compleanno, Viking dà alle stampe l’ inedito memoir postumo del Nobel per la letteratura: Saul Bellow Letters, una raccolta, curata da Benjamin Taylor, di ben 708 lettere scritte dall’ autore di Herzog e Ravelstein nell’ arco di 72 anni.
Tra le lettere più belle vi sono quelle inviate agli amici scrittori: Faulkner, Ellison, Amis, Malamud, Cheever. Nonostante l’ enorme differenza di stile e di retaggio culturale, Bellow nutriva un profondo affetto-stima per l’ autore di Falconer, suo contemporaneo. «Da quando ci siamo parlati al telefono, ho pensato senza sosta a te» gli rivela nel dicembre 1981, dopo aver appreso che Cheever era gravemente malato. Con gli scrittori della generazione successiva, – Philip Roth, Cynthia Ozick e Stanley Elkin – Bellow accetta riluttante il ruolo di «maestro».
AC Libon.it
Fonte: Corriere.it