Con La mutazione individualista, Giovanni Gozzini offre uno studio storico e sociologico di ottimo valore sul ruolo della televisione nella società italiana dal 1954 al 2011. Il saggio si presenta come un vero e proprio vademecum sull’utilizzo del poderoso elettrodomestico, e offre un grande spunto di riflessione sui tangibili effetti che questo “oggetto e soggetto” ha prodotto sulle persone, le famiglie, le comunità e la società tutta del nostro paese.
La televisione cambia la testa degli italiani. Cancella la politica come progetto condiviso di futuro e la sostituisce con un’arena di gladiatori. Cancella la storia e la sostituisce con un presente senza passato. Cancella la realtà e la sostituisce con uno spettacolo continuo che divizza le persone comuni. Cancella la fatica e la sostituisce con il sogno del successo. Ma la televisione non è onnipotente. Se provoca tali effetti è perché – a differenza di chiese, partiti, sindacati – ha saputo raccogliere una mutazione individualista che si sviluppa in modo molecolare e sotterraneo nella società italiana, a partire dagli anni Settanta. Da Dallas al Grande Fratello, molte produzioni televisive hanno contribuito a cancellare l’orizzonte collettivo della storia e della politica e la realtà si è ridotta a un microcosmo di individui.
Il video in apertura riprende un’intervista di Enzo Biagi a Pier Paolo Pasolini e altri intellettuali
Il testo in corsivo è ripreso dal sito della casa editrice Laterza
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